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La partnership fra Cabel e Oracle va: la società empolese di outsourcing rilascerà a primavera la versione italiana di Flexcube, la piattaforma software per il mondo bancario e finanziario del colosso Ict americano.
Una novità che Cabel presenterà come ospite alla convention mondiale di Oracle, dal 1 ottobre a San Francisco, e insieme alla società californiana in una convention che, fra qualche mese, si terrà a Firenze.
L’alleanza è stata suggellata dalla visita, ieri a Empoli, del capo della divisione servizi finanziari di Oracle, Chet Kamat, alla guida di una delegazione volata in Italia per toccare con mano l’avanzamento del progetto di Flexcube per le banche italiane.
«Il progetto sta andando molto bene e sta rispettando i tempi – spiega Stefano Tana, amministratore delegato di Cabel – il contratto prevedeva di portare su Flexcube una prima banca entro il primo semestre 2018, ma pensiamo possa accadere ad aprile-maggio 2018». L’incontro ha trovato entrambe le parti molto soddisfatte, secondo Tana e il presidente Francesco Bosio: «Sono venuti qui per rendersi conto dell’effettivo andamento dei lavori, anche se ci sono 10 ingegneri indiani distaccati da Oracle a Empoli per seguire la questione. Verificato che la cosa andava avanti, hanno ritenuto di validare il progetto, alla vigilia della convention mondiale di San Francisco».
L’istituto che sperimenterà la nuova piattaforma per primo in Italia è Invest Banca, l’istituto della galassia Cabel specializzato nel private banking e nel risparmio gestito: ma già alcuni istituti di credito italiano, spiegano Tana e Bosio, hanno manifestato interesse per Flexcube, già usata largamente a livello internazionale. «Nel mondo anglosassone – dice Tana – lo usano 570 banche, fra cui probabilmente le principali al mondo». Ma qual è il vantaggio di Flexcube? Velocità e, come fa capire il nome, flessibilità.
«E’ un prodotto facilmente implementabile, e particolarmente moderno – spiega ancora l’ad di Cabel – tutti i sistemi informativi che ora supportano i sistemi bancari italiani sono datati, risalgono alla fine degli anni ’80, e tutte le innovazioni creano degli strati, rallentano, perché c’è da seguire l’evoluzione normativa. L’ingegnerizzazione di Flexcube consente sia di strutturare le modifiche di legge, sia di ancorarvi servizi di front sempre aggiornati rispetto alle esigenze del mercato. Inoltre con la sua architettura modulare si sposa perfettamente con la modularità della piattaforma Cabel».
Insieme allo sviluppo di Flexcube per la parte del back office, Cabel sta anche rinnovando i suoi applicativi per la parte front, comprese le applicazioni volte all’utente finale. «Rispetto a prima – afferma Tana – stiamo mettendo a punto un sistema che darà modo al cliente, ma soprattutto al consulente finanziario, di avere visibilità su modalità consulenziali molto più complete».
L’architettura modulare di Flexcube significa anche la possibilità, per un istituto, di fruire anche solo di alcuni servizi, e quindi di effettuare una migrazione graduale. Bosio è convinto che Cabel, con Flexcube, arrivi al momento giusto nel panorama italiano: «Non solo le piattaforme attuali sono iperdatate – sostiene – ma soprattutto ci sono i cambiamenti profondi nel sistema bancario che si riverberano su queste strutture. Le varie fusioni e gli accorpamenti di banche possono determinare l’applicazione di sistemi informativi diversi: a fronte di questa rivoluzione, la nascita di un prodotto simile offre una prospettiva di grande portata».
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